L’idea potrebbe sembrare azzardata, senza senso, qualcuno potrebbe addirittura dire sottovoce che ci sono altri problemi a questo mondo e che investire in una tal follia fantascientifica sia da criminali, costoro pensano che i problemi siano quaggiù e non lassù.
Ma a Bologna d’estate tutti si allineano verso il cielo e sognano un America che li porti lì, su Marte, con i suoi mari ghiacciati di CO2, lontano da sto cazzo di sole che ci ha stufato, che si spenga.
Il ricordo della città rossa va svanendo per lasciare spazio a sogni di suoli rossi e gelidi.
Gli studenti poi, d’inverno occupano e si agitano, si oppongono alle ingiustizie terrene che dilagano in ogni dove, ma d’estate è un’altra storia: Trump e l’America, Musk e la Space X, diventano le uniche speranze, gli unici fari in questo bagno di sudore: Marte, è li che vogliamo andare, con le nostre biciclette rotte e le canne in bocca svolazzeremo su razzi firmati USA che andranno a schiantarsi sul suolo invivibile ma freddo di Marte. Cos’è lo spegnimento se non il salato vagare nel refrigerato mare? Cos’è l’estinzione se non il freddo principio del rancore? Cos’è l’America se non il sogno? Cos’è Bologna se non il torrido incubo del defunto punk? A voi la sentenza compagni!
Vi lascio con John Prime, Linda Goes To Mars
E’ deciso: dobbiamo andare su Marte
- July 4th, 2025
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Ma su Marte si và di Marte-dì?