Il bel cinema sotto le stelle
Di Mattia Rella
E’ cominciato con il caldo atroce il cinema all’aperto sulla grande piazza, noi ormai la vediamo così poco che l’occasione è sempre piacevole. Mega chiesa, mega castello, spazio ampio a differenza dei soliti angusti portici, che ci schiacciano e ci fanno stare in piedi sostenendoci su ambo i lati.
Gli studenti barcollano in piazza, i piedi nudi friggono sull’enorme piano cottura, non ci sono bagni, non ci sono birre, non ci sono portici: un dramma che ci rende tutti momentaneamente felici.
Arriviamo un’ora prima, per godercela, ma soprattutto per poter prendere una sedia. Scopriamo subito che ci sono stati aggiornamenti, cosa sarà? L’aria è frizzante, vogliamo scoprire le novità, dopotutto è da un anno che non vediamo sta piazza. La novità più evidente è che metà piazza è stata centellinata, messa in affitto ai paganti prenotati.
Beh ma infatti che senso ha arrivare 1.5 ore prima? Il caldo, il rumore, la noia. Per fortuna il comune si è reso conto che necessitavamo di questi posti riservati, ora basta farsi quel badge di compagno della cineteca e potrete fruire del film e basta, senza birra e senza sigarette, senza rotturedipalle. Io ci sto pensando, non so voi, il prezzo per non studenti e non residenti ma comunque abitanti è di 100 bombe, che se avete idea di passare l’intera estate davanti al megaschermo è un affare. Per me passerei anche l’inverno se potessi fare un unico badge da 200, forse l’anno prossimo…
Si comincia! Hanno spento le luci, dei netturbini giustamente se ne sbattono e con il fragore dei cocci rotti ci ricordano che è comunque la piazza di Bolo, mica un teatro. Salgono delle figure sul palco a fare introduzione o cose analoghe, non ci capisco una mazza, mi chiedo addirittura se è fatto per essere capito. La traduzione era invertita, prima italiano poi inglese, sorrido perché mi immagino che nemmeno loro intendano quello che dicono e che per una svista uno dei due sia rimasto indietro di un passo. Questo ha irrimediabilmente sfasato il susseguirsi della traduzione, come quando nei film i sottotitoli non sono sincronizzati, di solito maledici il sito illegale che tutto storto non è capace di fornirti qualcosa di perfetto cazzo, qui semplicemente sorridi, tanto sai che almeno non dovrebbe bloccarsi.
Sale il regista: baci e abbracci, felicitazioni e applausi, attacca con qualche battuta, ora qualcosa capisco.
Non vi parlo del film che m’è passata la voglia, in questo bagno di sudore di questo giovedì mattina dico solo che ci riandrei, gran bel film, strano e con tutti i marchingegni dell’estetica futuristica ma solo nella complessità dei cavi e delle macchine da scrivere, nella burocrazia ecc., un passato ingigantito e gonfiato che però ben conosciamo anche se giovanotti di un’altra generazione.